venerdì 11 luglio 2014

BORN TO BE WILD













Immaginate di essere negli Stati Uniti d' America. State attraversando la Route 66 col vento che vi accarezza l'anima. Casco, occhiali, giacca di pelle e la polvere della strada che si alza alle vostre spalle. Lo spirito libero e selvaggio si impossessa di voi. Non siete soli. Con voi ci sono due dei più grandi simboli americani: una Harley Davidson e i mitici blue jeans cinque tasche Levi's.
Si dice che già nel XV secolo il denim, il tessuto dei jeans, fosse utilizzato dai marinai genovesi perché comodo, elastico e di facile pulizia. Altri, invece, sostengono che il termine denim derivi da NIMES, modificata poi nel corso degli anni in DENIM, una tela speciale che cucita assieme dava vita ad un tessuto resistente e indicato per il lavoro. Il termine inglese blue-jeans si pensa che derivi dalla frase bleu de Gênes ovvero blu di Genova in lingua francese.
Quello che interessa a noi però, è l'evoluzione del jeans nella musica. Simbolo della contestazione giovanile degli anni '60, il jeans, grazie anche alla nascita del fenomeno del consumismo, irrompe prepotentemente nella moda, diventando in breve tempo un must have.
Negli anni '70 si moltiplicano le varietà di questo indumento: oltre al famosissimo taglio a “campana” (o a zampa di elefante), molto presente nelle piste da ballo travolte dal fenomeno della discomusic, si sono aggiunti il taglio “a tubo” o “sigaretta”, il taglio attillato, versioni a cavallo alto e a cavallo basso. Il jeans nel corso degli anni venne prodotto in diversi colori, il più diffuso rimane comunque il blu slavato.
Nel panorama musicale volevo citarvi alcuni artisti che hanno fatto del jeans una vera e propria caratteristica:
  • Debbie Harry, leader dei Blondie, è una che i jeans li ha usati non solo nel quotidiano, ma anche nei live degli anni '70 e '80. Come non ricordare i suoi total look denim chiaro e scuro?
  • le Bananarama che hanno fatto dei blue jeans rattoppati e malconci il proprio marchio di fabbrica (forse anche Venus avrebbe approvato la scelta!)
  • the boss, Bruce Springsteen, che sulla copertina di “Born in the U.S.A” li ha esibiti quali fossero loro i veri protagonisti del disco, portandoli a un livello estremo tra i giovani rocker
  • Michael Jackson, the “King of pop” che, sia nel video di “Thriller” che nel corso del “Victory Tour” del 1981, li ha sfoggiati rosso ciliegia o nero-jacko, eludendo ogni possibilità di passare inosservato
  • The Ramones, la band punk rock di Forest Hill, li ha fatti diventare il loro capo d'ordinanza. Nei loro concerti sfoggiavano jeans bucati sovrastati da t-shirt rigate e chiodi in pelle
  • Madonna che con spille, borchie, toppe e catene fin dagli anni '80 ha reso il jeans un capo di tendenza
  • per concludere non potevamo non parlare di lui:“The King”. Elvis, che ne indossò un paio slim-fitting nel 1950 e ciò, fidatevi, bastò per sconvolgere tutti gli States.
Nel panorama mondiale, le apparizioni di molti attori famosi hanno fatto del jeans un grande protagonista: Marlon Brando ne “Il selvaggio”, James Dean in “Gioventù bruciata”, John Wayne che ne ha indossati in ognuno dei suoi film ambientati nel lontano west, Marilyn Monroe che ne “Gli spostati” li ha resi indimenticabili indossandoli a vita alta con risvolto e camicia bianca.
Oggi tutti hanno un paio di jeans nell'armadio e vengono utilizzati sia per il tempo libero che per cerimonie non troppo formali, più casual per certi versi.

Mi fa strano pensare come questo capo, nato per i lavoratori, sia oggi un capo di tendenza. Fatemi precisare però una cosa. Niente e nessuno può togliermi dalla mente l'immagine con cui abbiamo aperto questo articolo: tu da solo a bordo di una motocicletta, il vento come compagno di viaggio e i tuoi jeans che sfregano sulla sella in pelle mentre attraversi il deserto ricercando nel viaggio un qualcosa che apparentemente non esiste ma, che in fondo, sai che c'è.

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