Immaginate
di essere negli Stati Uniti d' America. State attraversando la Route
66 col vento che vi accarezza l'anima. Casco, occhiali, giacca di
pelle e la polvere della strada che si alza alle vostre spalle. Lo
spirito libero e selvaggio si impossessa di voi. Non siete soli. Con
voi ci sono due dei più grandi simboli americani: una Harley
Davidson e i mitici blue jeans cinque tasche Levi's.
Si dice
che già nel XV secolo il denim, il tessuto dei jeans, fosse
utilizzato dai marinai genovesi perché comodo, elastico e di facile
pulizia. Altri, invece, sostengono che il termine denim derivi da
NIMES, modificata poi nel corso degli anni in DENIM, una tela
speciale che cucita assieme dava vita ad un tessuto resistente e
indicato per il lavoro. Il
termine inglese
blue-jeans
si pensa che derivi dalla frase bleu
de Gênes ovvero
blu
di Genova in
lingua
francese.
Quello che
interessa a noi però, è l'evoluzione del jeans nella musica.
Simbolo della contestazione giovanile degli anni '60, il jeans,
grazie anche alla nascita del fenomeno del consumismo, irrompe
prepotentemente nella moda, diventando in breve tempo un must have.
Negli anni
'70 si moltiplicano le varietà di questo indumento: oltre al
famosissimo taglio a “campana” (o a zampa di elefante), molto
presente nelle piste da ballo travolte dal fenomeno della discomusic,
si sono aggiunti il taglio “a tubo” o “sigaretta”, il taglio
attillato, versioni a cavallo alto e a cavallo basso. Il jeans nel
corso degli anni venne prodotto in diversi colori, il più diffuso
rimane comunque il blu slavato.
Nel panorama
musicale volevo citarvi alcuni artisti che hanno fatto del jeans una
vera e propria caratteristica:
- Debbie Harry, leader dei Blondie, è una che i jeans li ha usati non solo nel quotidiano, ma anche nei live degli anni '70 e '80. Come non ricordare i suoi total look denim chiaro e scuro?
- le Bananarama che hanno fatto dei blue jeans rattoppati e malconci il proprio marchio di fabbrica (forse anche Venus avrebbe approvato la scelta!)
- the boss, Bruce Springsteen, che sulla copertina di “Born in the U.S.A” li ha esibiti quali fossero loro i veri protagonisti del disco, portandoli a un livello estremo tra i giovani rocker
- Michael Jackson, the “King of pop” che, sia nel video di “Thriller” che nel corso del “Victory Tour” del 1981, li ha sfoggiati rosso ciliegia o nero-jacko, eludendo ogni possibilità di passare inosservato
- The Ramones, la band punk rock di Forest Hill, li ha fatti diventare il loro capo d'ordinanza. Nei loro concerti sfoggiavano jeans bucati sovrastati da t-shirt rigate e chiodi in pelle
- Madonna che con spille, borchie, toppe e catene fin dagli anni '80 ha reso il jeans un capo di tendenza
- per concludere non potevamo non parlare di lui:“The King”. Elvis, che ne indossò un paio slim-fitting nel 1950 e ciò, fidatevi, bastò per sconvolgere tutti gli States.
Nel panorama
mondiale, le apparizioni di molti attori famosi hanno fatto del jeans
un grande protagonista: Marlon Brando ne “Il selvaggio”, James
Dean in “Gioventù bruciata”, John Wayne che ne ha indossati in
ognuno dei suoi film ambientati nel lontano west, Marilyn Monroe che
ne “Gli spostati” li ha resi indimenticabili indossandoli a vita
alta con risvolto e camicia bianca.
Oggi tutti
hanno un paio di jeans nell'armadio e vengono utilizzati sia per il
tempo libero che per cerimonie non troppo formali, più casual per
certi versi.
Mi fa strano
pensare come questo capo, nato per i lavoratori, sia oggi un capo di
tendenza. Fatemi precisare però una cosa. Niente e nessuno può
togliermi dalla mente l'immagine con cui abbiamo aperto questo
articolo: tu da solo a bordo di una motocicletta, il vento come
compagno di viaggio e i tuoi jeans che sfregano sulla sella in pelle
mentre attraversi il deserto ricercando nel viaggio un qualcosa che
apparentemente non esiste ma, che in fondo, sai che c'è.
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