La storia delle righe inizia nel 1923 quando Madeleine Vionnet realizza un abito a pieghe orizzontali che
creavano delle righe sfumate e qualche hanno più tardi, l’attrice e
sceneggiatrice, Ida Lupino indossa la prima maglia a righe colorate. Questo
tessuto a strisce orizzontali e colori contrastanti, entrato ormai nel mondo
della moda, prende nome di baiadera
(ballerine orientali che indossavano abiti dalle righe multicolor).
Verso la fine degli anni Trenta Salvatore
Ferragamo realizza dei sandali con platform di camoscio a righe colorate e
con la parte superiore in oro e nel 1945 la stilista americana Claire McCardell
crea una collezione a righe verticali.
Il baiadera ha acquisito grande successo solo negli anni Cinquanta
quando le persone hanno iniziato ad aver bisogno di colore per superare il
grigiore lasciato dalla guerra. Subito le spiagge e le città si riempiono di
pantaloni alla pescatora, gonne e poncho tutti rigorosamente rigati. Le righe prendono
nome di “righe sdraio” perché ricordavano il tessuto dei lettini da spiaggia.
Negli anni Sessanta le righe resistono, ma cambiano aspetto. I vestiti
vengono realizzati con materiali insoliti come: vinile, plastica o carta (alcuni
addirittura si illuminano). Siamo negli anni in cui tutto è concesso, negli
anni in cui la voglia di stupire è tanta e ancora di più è la voglia di
cambiare e di guardare al futuro.
In Italia è Missoni il primo
a fare delle righe una tendenza. Nel 1968 l’abito in maglia lavorato a righe
baidera giallo, viola, rosa, turchese e verde comparve su tutti i giornali del
mondo. Missoni nel corso degli anni ha fatto delle righe il suo marchio di
fabbrica.
Verso la fine degli anni Sessanta la baiadera trionfa anche nel mondo
dell’Alta Moda. Molti gli stilisti a proporla nelle loro collezioni: Dior realizza un abito lungo a righe colorate
(azzurro, rosa, verde acqua, verde prato, arancione e fucsia) con un ricamo di
pietre ed una spalla scoperta, Antonelli
crea una blusa di foglie nere ed argento in plastica con maniche a baiadera e Galanos un abito lungo in crêpe di seta
arancione con un foulard arcobaleno attaccato alle maniche.
Negli anni Settanta gli Hippy propongono una moda fatta di stampe e di
colori. Oltre a loro troviamo stilisti che hanno fatto delle righe il loro
punto forte: Sonia Rykiel le usa per
tutto, in tutti i modi, in tutti i colori e Cardin realizza un abito dalle mille righe colorate.
Negli anni Ottanta il principale fautore delle righe fu Christian Lacroix e negli anni Novanta Jean Paul Gaultier decise di unire
righe e pois.
Oggi le cose non sono cambiate e le righe sono tornate a far parte del
mondo della moda. Marc Jacobs lo
scorso anno ha proposto un’intera collezione basata sulla struttura delle righe
utilizzandole in colori, modi e stili diversi, Sportmax ha preferito righe sottili e verticali, Tommy Hilfiger ha scelto di usarle mantenendo
i colori del brand (rosso, bianco e blu) e Dolce
e Gabbana hanno optato per abiti rigati ispirati alla loro terra: la
Sicilia. Sono sempre di più gli stilisti che al giorno d’oggi cercano di usarle
come abile tecnica di camouflage, primo fra tutti Michael Kors che recentemente ha creato abiti con righe larghe e
orizzontali sul seno e sottili sui fianchi.
Le linee verticali allungano la figura e snelliscono la silhouette, quelle orizzontali, invece, tendono ad allargarla. Le righe possono essere mixate con altre fantasie come ad esempio pois e fiori, ma fate attenzione a colori, dimensioni e stili. Gli accostamenti possibili sono molti, ma ancora di più sono le possibilità di commettere errori, nel dubbio evitate abbinamenti azzardati e optate per look più semplici. Una gonna a tubino nera a vita ed un crop top a righe larghe o una camicia a righe sottili bianche e azzurre e un jeans o un pantalone bianco non vi faranno certo fare brutta figura.
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